ri.pe.ti.zione è un collettivo guidato da tre flautiste che condividono una formazione musicale classica e sentono il bisogno di mettere in discussione la dominanza della ripetizione musicale all’interno dello studio accademico della tecnica strumentale e vocale. Teresa Costa, Beatrice Miniaci e Clara Blavet sono tre flautiste di formazione accademica che si sono incontrate durante i loro studi ad Amsterdam e hanno continuato a collaborare in vari contesti interdisciplinari. Sebbene il loro amore per la musica classica rimanga un elemento centrale del loro lavoro, esplorano anche il potenziale dei progetti interdisciplinari per favorire un coinvolgimento più profondo e affrontare le questioni contemporanee attraverso la musica.
Nella musica classica, l’atto di ripetere passaggi per raggiungere la padronanza tecnica diventa una routine quotidiana, quasi cerimoniale nella sua precisione e disciplina. Questa ripetizione rituale non modella solo le capacità tecniche del musicista ma anche il suo rapporto mentale e fisico con lo strumento, creando una profonda connessione tra corpo, suono e spazio.
Il progetto approfondisce il significato più profondo della ripetizione come gesto che trascende la tecnica, trasformandosi in un atto meditativo che rispecchia la struttura dei rituali attraverso le culture. Ripetendo passaggi musicali, spesso in isolamento, i musicisti si impegnano in un rituale solitario che coltiva concentrazione, resilienza e dedizione. In ri.pe.ti.zione, evidenziamo questo processo ripetitivo, decostruendo frammenti del repertorio classico per flauto e astraendoli dal loro contesto originale per esplorare le imperfezioni che emergono naturalmente durante la pratica.
Il lavoro abbraccia questi “errori” come elementi chiave della performance, parallelamente ai risultati imprevedibili che spesso fanno parte delle pratiche rituali. Nei rituali c’è un’accettazione intrinseca dell’incertezza e dell’imperfezione, uno spazio in cui l’inaspettato può verificarsi ed essere apprezzato. Allo stesso modo, ri.pe.ti.zione sposta l’attenzione dall’esecuzione impeccabile alla celebrazione dell’elemento umano nel fare musica, le piccole deviazioni che spesso vengono nascoste o scartate nella ricerca della perfezione.
Attraverso questa esplorazione, ri.pe.ti.zione trasforma l’atto della ripetizione musicale in una performance ritualistica, che coinvolge il corpo fisico, l’aria e il suono come elementi centrali. Lo spettacolo crea uno spazio condiviso in cui il rituale della pratica diventa un atto pubblico, invitando il pubblico a riflettere sulla bellezza e sul significato dell’imperfezione sia nella musica che nel rituale.
La performance enfatizza la fisicità, con i corpi, le voci e i flussi d’aria dei musicisti che occupano lo spazio in modo dinamico. Il movimento diventa un elemento chiave della comunicazione, non solo valorizzando il materiale musicale ma anche esplorando l’idea di coreografia dal punto di vista degli interpreti. In questo pezzo, gli artisti si impegnano profondamente con le realtà psicologiche, gestuali e somatiche della ripetizione, trasformando la loro pratica individuale e solitaria in uno scambio intimo. Il risultato è una performance che medita sulla possibilità dell’errore e celebra la bellezza trovata nell’imperfezione.
Il progetto è stato progetto ospite all’interno del programma COLLAGENE presso DAS Bologna (IT) e sarà in allestimento a Porto (Portogallo) il prossimo novembre.
Lo spettacolo varia la sua durata tra i 35 e 50 minuti per flauti appesi al soffitto e tre esecutori.